La visione che in Nord Europa ha dello sviluppo energetico futuro è certamente più lungimirante del nostro, qualche dato lo potrà confermare: la Danimarca ha recentemente confermato attraverso il suo ministro per il clima e l’energia, l’intenzione di coprire entro il 2020 il 50% del suo fabbisogno energetico con l’energia eolica.
E la Germania ha annunciato il suo abbandono al nucleare con la realizzazione dell’Energiewende, la transizione verso le fonti rinnovabili in sostituzione dell’energia dell’atomo attraverso queste tappe:
– Riduzione delle emissioni di gas serra del 40% entro il 2020 e del 95% entro il 2050;
– Riduzione del consumo di energia primaria del 20% entro il 2020 e dell’80% entro il 2050;
– Crescita del 2% annuale dell’intensità energetica della produzione;
– 18% di energia rinnovabile sul totale entro il 2020 e del 60% entro il 2050;
– 35% di elettricità da fonti rinnovabili entro il 2020 e dell’80% entro il 2050;
– Riduzione del consumo di elettricità del 10% entro il 2020 e del 25% entro il 2050 rispetto al 2008;
– Riduzione della spesa energetica per il riscaldamento degli edifici del 20% per cento entro il 2020 e dell’80% entro il 2050.
Ma quello che è più importante, è che i paesi del Nord Europa si sono consorziati per la creazione di una rete elettrica di grandi dimensioni che colleghi i grandi impianti delle energie alternative. E sarebbe interessante capire come mai l’Italia è sempre l’ultima a entrare in queste iniziative. Per esempio l’Enea ha recentemente comunicato il suo ingresso nel progetto Desertec, nato nel 2007 e che prevede una serie di grandi centrali di produzione energetica solare distribuite in tutto il nord africa e Medioriente per la produzione energetica da destinare parte in Europa e parte da lasciare in loco.
Ma nel 2010 Germania, Gran Bretagna, Francia, Danimarca, Belgio, Olanda, Irlanda, Lussemburgo e Norvegia, hanno siglato uno degli accordi più interessanti per il futuro delle energie verdi cioè l’accordo per coordinare il sistema di produzione da energie rinnovabili, dalla produzione notoriamente intermittente. Infatti sole e vento sono fonti illimitate ma irregolari nella produzione.
Questo richiede una rete elettrica con caratteristiche tecniche specifiche e organizzata in modo da poter collegare i grandi impianti sui territori dei paesi che hanno ratificato l’accordo per il miglioramento, tenuto conto che il programma Europeo 202020 prevede la produzione di energie rinnovabili pari al 20% dell’elettricità da fonti rinnovabili.
Si tratta di un progetto dell’impegno di trenta miliardi di euro in dieci anni col quale si uniranno i grandi sistemi energetici da fonte rinnovabile di quasi tutto il nordeuropa.
Per tornare a noi, se l’Italia è ancora il paese del Sole, come mai non s’impegna per
Realizzare una “road map” per l’autosufficienza energetica appoggiandosi, magari, a questo sistema energetico nordeuropeo per le fonti rinnovabili ?
Olivia Carone