Rincorro ansimando rotaie infinite
Che fuggon veloci con sordi stridii
La danza ritmata ripete incessante
Lo stesso rimbombo di ferro pestato
Ora lento e strusciato ora lesto e sonoro
Ma nulla raggiungo
Voltandomi indietro la stessa rotaia
Un punto infinito laggiù
Nel profondo dell’anima mia