L’artista del Toro più famoso al mondo si spegne a ottant’anni

Come ogni grande artista che si rispetti anche Arturo Di Modica, artista scultore vittoriese, sfortunatamente ci lascia con delle opere incomplete. Maestro di grande saggezza ed esperienza, nonostante la pandemia e la sua grave malattia, incessantemente ha lavorato fin negli ultimi giorni ai suoi progetti di grande visionario com’era.
Lavoro insigne che negli anni è riuscito sempre a distinguersi per dovizia di particolari, espressività e conquista dello spazio attraverso il tocco di piena umiltà d’animo d’artista. Con sempre grande passione e curiosità che contraddistinguono le anime sensibili degli artisti, Arturo si avvicina al mondo scultoreo sin in tenera età.
Egli ricordato da tutti come quell’uomo che donò alla Grande Mela, New York, il simbolo riconosciuto ed amato in tutto il mondo come il “Toro di Wall Street”, simbolo di tenacia e rivalsa.
Purtroppo però nella notte del 19 febbraio, lo scultore Arturo Di Modica si è spento nella sua casa natale. Una comunità intera e non solo piange quell’uomo che con sua sana follia seppe conquistare il cuore di milioni di newyorkesi nella notte più nera della Borsa più famosa al mondo nel lontano 1989.
Nonostante la sua grande fama internazionale, pieno di umiltà e genio ribelle, rimase sempre legato alla sua amata città Vittoria. Il suo grande ed ultimo sogno, che nonostante la malattia persistente da un decennio non gli ha dato tregua, era quello di prendere parte alla realizzazione di un museo per i giovani talenti e donare una coppia di maestosi e splendidi “Cavalli Ipparini” in bronzo alla sua amata città.
Eccoli qui, i prototipi degli originali in uno scatto inedito concessoci dall’artista qualche tempo prima all’interno della sua “casa laboratorio”. “Fighting Horses” o “Cavalli Ipparini”, coppia di cavalli in scultura bronzea di notevole dimensioni da voler istallare a ridosso del fiume Ippari come ultimo grande dono alla sua amata città. Si nota dai prototipi di soli 8 metri, l’imponenza e la dovizia dei particolari anatomici dei poderosi due destrieri galoppanti che dovevano unirsi in arco: muscolatura ed espressività di spazio suscitano stupore e meraviglia nonostante sia tutto racchiuso in soli otto metri di altezza; adesso possiamo solo immaginare quanto sbigottimento poteva mai suscitare l’opera completa.
Il visionario e creativo Arturo Di Modica d’ora in poi vivrà in eterno nelle sue splendide opere.

“L’Arte ci salverà sempre e continuerà con la sua bellezza a nutrire il mondo”. A.Di Modica

Veronica Falcone