Metodo Feldenkrais®: un insegnamento somatico al movimento

di Christelle Mandart

 

Il corpo umano è un mondo affascinante fatto di connessioni sensoriali delle quali non sospettiamo. Esiste una pratica corporea che insegna a capirle e a sfruttarle. Non è una ginnastica, né una cura. E’ il Metodo Feldenkrais, un insegnamento somatico al movimento, ideato dal fisico Moshe Feldenkrais (1904-1984).

Una lezione di Metodo Feldenkrais ci guida alla scoperta di queste connessioni attraverso il movimento e l’ascolto delle sensazioni. I movimenti sono piccoli e lenti, senza sforzi, sempre accompagnati da una particolare attenzione a quello che può succedere all’interno del corpo. Si impara a percepire l’ignoto, le sensazioni che possono sorprendere piacevolmente, perché queste sensazioni, che possono essere diverse per ogni individuo, ci aiutano a capire meglio come il nostro corpo è costituito e organizzato, portando chiarezza ai soliti schemi morfologici. Più si riduce lo sforzo, più si sviluppa la capacità di sentire, il movimento migliora, diventando più facile e elegante. E’ cosi che si diventa consapevoli di sé e dello spazio intorno, disponibili alla scoperta degli altri e del mondo che ci circonda.

Moshe Feldenkrais è stato un individuo ostinato e curioso di conoscere tutto, di imparare dalle innumerevoli esperienze offerte dalla vita. Da adolescente imparò con gli acrobati a rotolare e a cadere in modo sicuro. Da giovane uomo ha sviluppato tecniche di autodifesa senza uso di armi, osservando le tecniche degli aggressori e cercando la parata più efficace. Quando nel 1929 subì un infortunio al ginocchio, si interessò alla relazione mente-corpo e all’autosuggestione per “lavorare con, e non contro il sistema nervoso”. Trasferitosi a Parigi nel 1930, studiò ingegneria e poi fisica sotto la guida di Fréderic Joliot-Curie. Qualche anno dopo incontro Jigorō Kanō e imparò la tecnica dello Judo (l’utilizzo della forza dell’avversario per sbilanciarlo e farlo cadere a terra) e all’arte di cadere a terra in modo controllato. Dalla loro collaborazione nacque la prima scuola di Judo in Europa. Ma i problemi con il ginocchio divennero più invalidanti e un’operazione chirurgica, a quei tempi, metteva a rischio l’utilizzo futuro della sua gamba. Passarono gli anni e le esperienze, mentre l’interesse di Feldenkrais per molte materie di studio non si fermò. Le sue letture lo portarono a studiare la neurofisiologia, le mappe della corteccia motoria, la morfologia, lo sviluppo motorio umano e animale, la consapevolezza del corpo, l’effetto della gravità sul corpo, le abitudini posturali, la psicologia, osservando sul proprio corpo la percezione dei processi motori e le emozioni provocate da movimenti piccoli e gentili. Quello che lo interessava era come il movimento venisse eseguito, fino a convincersi che “nessuna parte del corpo può muoversi senza che tutte le altre non ne vengano influenzate”.

Poi, gli eventi internazionali non gli permisero di proseguire le sue ricerche ed è solo verso la meta degli anni ‘50 che si dedicò completamente all’insegnamento del suo metodo.

Oggi il Metodo Feldenkrais è utilizzato in molti ambiti, come la salute (benessere, sviluppo motorio, rieducazione neuromotoria, disabilità, geriatria, ricupero da trauma, dolore … – anche per gli animali), l’educazione (scuola, università), lo sport, l’arte (musica, teatro, danza, canto), il lavoro (comunicazione, ergonomia, gesto professionale) e il tempo libero. La pratica del Metodo Feldenkrais è adatta a tutti, indipendentemente dall’età o dallo stato fisico.

In occasione della Settimana Mondiale de Cervello, dal 11 al 17 marzo 2019, L’Associazione Italiana Insegnanti Metodo Feldenkrais, in collaborazione con Hafricah.Net, partner ufficiale Brain Awarness Week, sostiene l’iniziativa di molti insegnanti che propongono eventi gratuiti per presentare il Metodo Feldenkrais a un vasto pubblico in tutta l’Italia. Con iscrizioni on-line, sarà possibile partecipare a questi eventi, seguire lezioni gratuite di “Consapevolezza Attraverso il Movimento” (lezioni di gruppo) o ricevere lezioni individuali chiamate “Integrazione Funzionale”. Una settimana che dà l’opportunità a tutti di concentrare l’attenzione sulle scienze del cervello e sull’importanza delle ricerche in questo ambito.